sabato 9 giugno 2018

CONTRONATURA (Dario Bressanini e Beatrice Mautino) - I debate






SINTESI DI “CONTRONATURA” –
di DARIO BRESSANINI e BEATRICE MAUTINO

Il libro affronta il tema delle biotecnologie applicate all’agricoltura, dando voce agli attori del settore mediante dei reportage sul campo. Tratta quindi di cibo: grano, olio, soia, carote, colza, mele e riso.  
Inizia con il parlare di mode alimentari che impazzano sul web, propugnando cibi salutari e antichi, sulla scorta di un sentimento di ostilità nei confronti di qualsiasi manipolazione della natura, dimenticando che l’agricoltura in sé è CONTRONATURA:

“L’agricoltura.. indipendentemente dall’immaginario bucolico e naturale che si porta dietro, è un contesto artificiale che mette i bastoni fra le ruote all’evoluzione e cerca di dirigerla”.

Partendo dalle accuse di ipocrisia che il fisico Tullio Regge, dalle pagine di “Le Scienze”, mosse nel 2000 nei confronti dello stato italiano che vieta la coltivazione di piante OGM ma non ha remore verso piante i cui semi sono stati mutati per trattamento con raggi gamma (l’ironia di Regge mirava ad assolvere gli OGM dalle accuse di essere pericolosi come non lo sono i semi irraggiati), il libro passa in rassegna la storia dei grani. Illustra quindi gli esperimenti di incrocio (una novità rispetto al selezionismo allora in voga come tecnica di breeding) del padre di tutti gli agronomi italiani, Nazareno Strampelli, incaricato negli anni ’30 dal duce di trovare varietà di grano sufficientemente produttive da soddisfare le necessità della popolazione italiana e creatore dei grani teneri nani e precoci e del grano duro Senatore Cappelli, così chiamato in omaggio ad un amico senatore che gli concesse i suoi campi per gli esperimenti. 

 
ENEA – Campi gamma, Casaccia - Roma
Traccia poi la nascita del grano CRESO, iscritto nel registro varietale nel 1974, ottenuto da un mutante del grano Senatore Cappelli (il mutante B144, derivante da irraggiamento dei semi con cobalto radioattivo nei laboratori ENEA della Casaccia, a Roma) incrociato con una varietà messicana. Il Creso segnò un grandissimo progresso per l’elevata produttività, la bassa taglia che preveniva l’allettamento del grano e la buona qualità pastificatoria per cui si diffuse rapidamente in tutto il mondo. Esso è oggi messo sotto accusa da parte dei sostenitori delle diete Gluten free, in quanto ritenuto responsabile di scatenare la celiachia. Questa patologia negli ultimi 50 anni è effettivamente aumentata dall’1 per mille all’1 per cento nella popolazione, a prescindere dal miglioramento delle tecniche diagnostiche. Gli autori, con una disamina ragionata, dimostrano sulla base degli studi scientifici condotti sinora, l’infondatezza di questa accusa; inoltre, poiché non tutti i soggetti predisposti sviluppano la malattia, essi elencano una serie di possibili fattori scatenanti attualmente oggetto di studio: inquinamento, ambienti asettici, riduzione della pratica di allattamento al seno, aumento del consumo di glutine, OGM, pesticidi, additivi alimentari, etc.

Il testo sfata anche alcuni miti su presunti grani antichi (tra cui si annovera, a torto, il Senatore Cappelli), ritenuti grani superiori a quelli moderni in quanto non modificati dall’uomo per aumentarne le rese o contenenti una minore percentuale di glutine. Gli autori sottolineano che l’unico grano antico circolante è il farro monococco, che le percentuali di glutine non sono significativamente mutate nel tempo (studi di David Kasarda) e che alcuni grani antichi possiedono un numero di epitopi dannosi maggiore di quelli moderni. Ciò che è cambiato è piuttosto l’esposizione sempre agli stessi epitopi, a causa delle poche varietà commerciali di grano circolanti.
Viene poi narrata la storia della mutazione casuale che cambiò il colore delle carote da viola (come riscontrato in dipinti antichi) ad arancione e della recente ricomparsa di carote viola sugli scaffali dei supermercati.
Segue la vicenda dell’olio di girasole alto-oleico adatto alla frittura (cioè ricco di acido oleico monoinsaturo piuttosto che dei consueti acidi grassi polinsaturi i quali, abbassando la temperatura di fumo, lo rendono inadatto alla frittura), ottenuto per mutagenesi dei semi, presente sulle nostre tavole e quella dell’olio di soia alto-oleico con le stesse caratteristiche, ma ottenuto silenziando il gene che introduce la seconda insaturazione sull’acido grasso con tecniche di ingegneria genetica, la cui commercializzazione in Europa è, invece, vietata. Gli autori sottolineano il differente approccio legislativo in Europa ed in Canada in materia di Novel Foods: in Europa si guarda alla tecnica con cui essi sono prodotti mentre in Canada si valutano solo le caratteristiche qualitative e di sicurezza del cibo finale, a prescindere da come è stato ottenuto. L’iter di approvazione di cibi OGM in Europa, disciplinato dalla direttiva Europea 18/2001, è talmente lungo e costoso da essere appannaggio esclusivo delle multinazionali. Una vera anomalìa europea è che cibi ottenuti per mutagenesi fisica o chimica o per fusione cellulare che, nel senso scientifico del termine, sono pure cibi geneticamente modificati, “per legge” non sono classificati come tali. Un altro esempio simile a quello dell’olio, è quello dei frumenti resistenti ad un diserbante: se ottenuti per mutagenesi-incroci (Clearfield) possono essere coltivati in Europa senza clamori, mentre se ottenuti grazie a tecniche di ingegneria genetica sono fortemente osteggiati dalle associazioni ambientaliste. Perché, si chiedono gli autori, tanta diffidenza nei confronti dell’ingegneria genetica applicata al settore dell’agricoltura, nonostante gli studi condotti in 30 anni abbiano chiaramente dimostrato che gli OGM non siano di per sé più rischiosi di cibi ottenuti con tecniche convenzionali di breeding? Forse, suggeriscono, l’aver imparato non solo a leggere le istruzioni della vita ma anche a scriverle genera il timore che l’ingegneria genetica possa sfuggire al controllo politico e sociale con conseguenze imprevedibili. Ma deve esserci dell’altro. Tale timore si può, infatti, dire superato nell’ambito delle applicazioni biomediche degli OGM (esempio: produzione biotecnologica di insulina) laddove gli scienziati sono riusciti a convincere l’opinione pubblica che i benefici da esse derivanti sono di gran lunga maggiori dei possibili rischi. Tra l’altro, le aziende biotecnologiche, usano strategie molto raffinate per aggirare i vincoli posti dalla legislazione: “Cibus genetics”, per esempio, in luogo di inserire “transgeni”, ha prodotto una colza rossa usando la tecnica dell’editing genetico… La rigida regolamentazione degli OGM schiaccia di fatto anche la possibilità che Università e Centri di Ricerca pubblici possano utilizzarli per risolvere problemi legati alle produzioni locali.
Nel capitolo “Nessun dorma” viene sottolineato come la guerra tra parassiti e piante è sempre in corso e disporre di tecnologie del DNA ricombinante che permettono il rapido trasferimento di geni di resistenza da piante selvatiche a piante coltivate, in luogo di lunghi programmi d’incrocio, è un’immensa opportunità che sarebbe sciocco lasciarsi sfuggire.
Poi è la volta del riso e gli autori evidenziano altre anomalìe legislative: la L. 325/1958 consente di raggruppare risi di qualità diversa all’interno della stessa categoria, in base all’impiego culinario cui sono destinati. Come dire che una scatola di riso che porta la dicitura “Carnaroli” può contenere specie molto meno pregiate; una riseria può acquistare a basso costo il “Carnise” e rivenderlo come “Carnaroli”: altrove sarebbe frode in commercio, in Italia ciò non avviene. Ancora più sorprendente la vicenda dei risi biologici prodotti da un solo agricoltore ma rivenduti da numerose riserie che se ne dichiarano produttori in proprio, con rese più elevate delle coltivazioni tradizionali che è un assurdo logico, vista la presenza in campo di erbe infestanti e l’uso ridotto di pesticidi. Per finire, risi tradizionali che nelle riserie entrano nella filiera del biologico e vengono rivenduti a prezzo triplo.
Infine gli autori ci parlano di mele che necessitano di ripetuti trattamenti contro i parassiti, pertanto la mela “bio” non esiste. E sulle mele l’Italia, che vantava un primato di ricerca agli inizi del 2000, ha visto spegnersi l’ennesima occasione di innovazione e sviluppo: il prof. Silviero Sansavini ed il suo gruppo di ricerca presso l’Università di Bologna, avevano prodotto una mela cisgenetica (prelevando il gene da una specie sessualmente compatibile), resistente alla ticchiolatura e, per precisa scelta ideologica, esente da brevetto. Purtroppo il governo (e il ministro Pecoraro Scanio) non concesse il permesso della sperimentazione in campo e le ricerche furono proseguite con successo dagli olandesi.

In conclusione, qual è il “miglior bio”?

In accordo a Sansavini, Tartarini, Massimo Biloni e Francesco Sala, gli autori concludono che “il miglior bio è OGM”. Solo così potrebbe essere del tutto evitato l’uso di erbicidi e pesticidi.

venerdì 20 aprile 2018

COMPITO 4: DEBATE - Cibo e piante geneticamente modificate

COS'E' IL DEBATE?


 

http://avanguardieeducative.indire.it/wp-content/uploads/2016/04/AE_04_DEBATE.pdf








Di seguito, il racconto di un'esperienza didattica all'Istituto Pacioli di Crema:




ATTIVITA' PREPARATORIE


Utilizzando degli spunti di riflessione offerti dal libro "CONTRONATURA" di Dario Bressanini e Beatrice Mautino, collegatevi alle 3 pagine indicate di seguito e, sulla scorta di risorse qualificate reperite sul web (di cui occorre allegare il link) e delle argomentazioni addotte nel libro, approfondite i temi suggeriti. 

Si tratta di portare argomenti a sostegno (PRO) e contrari (CONTRO) rispetto alle seguenti affermazioni:

1) Esiste una correlazione tra aumento dei casi di celiachia e diffusione del grano CRESO, ovvero la patologia è aumentata a seguito della pratica di irraggiamento dei semi di frumento per ottenere mutanti con caratteri agronomicamente interessanti (gli autori affermano di non aver trovato studi scientifici a supporto di questa tesi).

LINK:
https://docs.google.com/document/d/1dFutoNYN77vAcM0KzEtpqopXMCY5BuICeITbWyspDNg/edit#heading=h.se430porh5qf

2) La legislazione europea che regolamenta l'iter per l'approvazione degli OGM (Direttiva 2001/18/CE), improntata al principio di precauzione e focalizzata sulle tecniche impiegate per produrre nuovi cibi, è migliore di quella canadese focalizzata invece sulle caratteristiche finali, qualitative e di sicurezza alimentare, del nuovo cibo e prevista, nel paese nordamericano, per tutti i "novel foods" cioè i cibi con composizione diversa dal consueto (gli autori ritengono al contrario che la legislazione canadese sia molto più razionale di quella europea).

LINK:
https://docs.google.com/document/d/1cQnicVu4t9EBuIk_RgxMnma5SfjkhHlCbrQEPcil3Ig/edit#

3) Il miglior "BIO" è OGM (gli autori concordano con questa affermazione)

LINK:
https://docs.google.com/document/d/1WIvSA1Qm8QxkheANIODnI7P-DD1SKLJO76ZONharomU/edit# 


DEBATE



I debate in presenza, si svolgeranno al termine dell'attività preparatoria, nella terza settimana di Maggio, in presenza di una commissione costituita da 3 docenti del cdc. Ogni classe sarà suddivisa in 3 squadre, A, B e C.

Si svolgeranno 3 debate:



A contro B

B contro C

C contro A



Ogni squadra sceglierà il suo leader che, utilizzando i materiali preparati dall'intero gruppo, tenendo presenti i principi del public speaking, illustrerà alla platea la bontà delle proprie argomentazioni, replicando adeguatamente alle argomentazioni contrarie addotte dall'altra squadra. 

L'obiettivo, ovviamente, non è ... sbaragliare gli avversari :-)),


perché alcune tesi saranno necessariamente più deboli di altre ma imparare ad argomentare in maniera critica e quanto più efficace possibile, sulla base dei materiali disponibili.

FASI

1. a ciascuna squadra viene assegnato il ruolo “pro” o “contro” 

2. ogni squadra deve preparare:
- un discorso introduttivo di 5 minuti che illustri in sintesi la propria tesi,       all'interno della cornice del libro
- un segmento domanda/risposta di 1 minuto e mezzo durante il quale il     “soggetto parlante” pone specifiche domande all’avversario (Argomentazioni) e questo risponde
- la confutazione delle argomentazioni avverse e il ribadimento delle proprie in tre minuti (Sintesi).

Schema debate:

PRO
DISCORSO INTRODUTTIVO
PRO
SEGMENTO DOMANDA/RISPOSTA
CON
DISCORSO INTRODUTTIVO
CON
SEGMENTO DOMANDA/RISPOSTA
PRO
CONFUTAZIONE/RIBADIMENTO
CON
CONFUTAZIONE/RIBADIMENTO


L'ATTIVITA' E' OBBLIGATORIA.

materiali per prepararsi al debate:

persuasion map:


TABELLE SINTETICHE ARGOMENTI PRO E CONTRO (a cura di Nicole Aragona 5M, Sharon Nanci 5G, Andrea Racinelli 5E) :

https://docs.google.com/document/d/1gxNCWBtIwrpQxM1j95emoZPhXV1uCX7k-zNNBwKIytg/edit